top of page

La Gibilterra della Grecia

3 indizi: sembra salti fuori dal set di Game of Thrones, in passato è stata definita “la Gibilterra della Grecia”, in italiano si chiama Malvasia

E’ Monemvasia, la leggendaria città greca a pochi chilometri da Sparta, costruita su di un enorme scoglio di roccia, così vicino alla costa che sembra quasi possa sfiorarla. Unica dal punto di vista architettonico, forse perché attraversò nel tempo svariate dominazioni.

Secondo alcuni fu una città-castello veneziana, per altri una metropoli bizantina, altri ancora la considerano ottomana. La verità è che non può essere classificabile, la sua storia è profondamente connessa con quella di tanti popoli che l’hanno conquistata e governata, tuttavia i suoi abitanti sono sempre riusciti a mantenere una forte identità ed indipendenza nel corso delle numerose dominazioni che si sono susseguite nei secoli.

E' strano come arrivando in auto si veda solamente un'enorme roccia spoglia immersa in un paesaggio apro e cupo stagliarsi in mezzo al mare mentre poi, attraversando il ponte arrivi l'effetto sorpresa. Il color cipria e rosa antico delle abitazioni, tutte orientate verso il mare, la vegetazione, le piazzette con le sedie rivolte verso il blu, i ristorantini dove poter mangiare pesce fresco oppure i tipici souvlaki con salsa tzatziki e pane pita e i balconi panoramici fanno tutt'altro effetto.

Passeggiare lungo la stradina che costeggia la riva ammirando le acque calme e cristalline da un lato ed il borgo arroccato sulla pietra dall'altro è veramente stupendo, però si fa in po' fatica oggi ad immaginare che qui in passato ci fosse uno dei principali e più affollati porti del Mediterraneo.


La cittadina fu fondata dagli abitanti di Sparta alla fine del VI secolo su di un immenso masso circondato dal mare, in breve tempo divenne un porto influente. La popolazione si dedicò soprattutto ad attività marittime, commerciali e militari. Nell’XI e XII secolo l’economia era fiorente e la città rimase uno dei maggiori snodi commerciali fino alla fine dell’Impero bizantino. Quando i Turchi misero fine all’Impero romano d’Oriente, Monemvasia cadde sotto l’influenza papale ed in seguito sotto il controllo di Venezia, pian piano iniziò il suo declino a causa dei mutamenti delle condizioni commerciali imposte dal nuovo governo. I Veneziani amministrarono la città intorno al 1540, tornarono nel 1690 e restarono per circa venticinque anni. La “roccia Monemvasia” subì due occupazioni ottomane e fu la prima città ad essere liberata dai greci durante la guerra d’indipendenza nel 1821.

Le terrazze panoramiche sull'Egeo sono senza dubbio il più bel ricordo che ho di Monemvasia. Ma quanto sono felici i pensionati che vivono qui?

Il nome Monemvasia non compare in nessun documento prima del VIII secolo. Le prime fonti scritte si riferiscono ad attestati relativi alle funzioni del porto, un influente snodo commerciale vista la posizione lungo le principali rotte marittime dell’epoca. Probabilmente la prima testimonianza scritta in realtà non ha a che fare con atti navali, bensì compare in un’opera di un certo Villibaldo di Eichstätt, vescovo e missionario, che transitò da Monemvasia nel VIII secolo durante il suo pellegrinaggio verso la Terra Santa. Nella sua narrazione si legge che la sua nave proveniente dalla Sicilia ancorò a “Manafasia” senza fare sosta in nessun altro porto del Peloponneso.


Il nome Monemvasia si deve forse al fatto che la città abbia un unico ingresso, il nome greco vuol dire “un solo accesso”. Anche oggi è così, la porta non è altro che un piccolo tunnel che conduce direttamente al centro storico. Il paesino è circondato da mura e fortificazioni che hanno da sempre affascinato i visitatori. Nel corso dei secoli la roccaforte ha protetto la popolazione creando una fortezza attorno al centro abitato.

Secondo le antiche mappe il primo collegamento con la terraferma fu costruito durante la prima occupazione veneziana, si trattò di un ponte con 14 archi che fu poi sostituito da uno in ferro nel 1889.

Avete mai sentito parlare di Morea? No, non l’isola della Polinesia Francese :) Morea era la denominazione che i Veneziani nel Medioevo avevano attribuito all’attuale regione del Peloponneso, in Grecia. Leggendo testi antichi e documenti sulla storia di Monemvasia si fa sempre riferimento alla Morea e non al Peloponneso, tanto importante fu la dominazione dei Veneziani in questo territorio.

Camminando per i viottoli del centro abitato a volte si intravede il mare, ci sono dei piccoli scorci molto pittoreschi qua e là, altre volte, quasi all'improvviso, ci si trova davanti a delle vere e proprie terrazze vista infinito che lasciano letteralmente a bocca aperta. Questo perché Monemvasia è completamente protesa verso l'Egeo, la terraferma non è visibile dalla cittadina anche se in linea d'aria è a poche centinaia di metri di distanza. Sembra volersi nascondere, rimanere segreta, dallo sguardo di colui che osserva dal Peloponneso, ma allo stesso tempo mostrarsi completamente a chi invece proviene dal mare.


Gli abitanti di Monemvasia sono ancora oggi ricordati per il loro spirito di resistenza e responsabilità politica, raro nella Grecia del Medioevo. Il carattere che i residenti della “città sulla roccia” svilupparono fu probabilmente conseguenza (o causa) della naturale posizione di forza dal punto di vista commerciale della quale la cittadina godeva, ma anche del fatto che nel Medioevo fu garantito alla popolazione il permesso di poter governare autonomamente il proprio territorio.

Si, ci si può tuffare! Ci sono dei punti lungo la riva dove è possibile fare il bagno. Non ci sono delle vere e proprie spiagge ma semplicemente piccoli angoli attrezzati per i bagnanti come questa piccola piscina naturale che si trova subito dopo aver attraversato il ponte.

Nel 1147 Monemvasia respinse il suo primo attacco dei Normanni provenienti dalla Sicilia. Nel 1249, quasi mezzo secolo dopo rispetto a tutto il resto della Morea, cadde nelle mani dei Franchi. Capitolò, ma molto più tardi rispetto ad altri centri, e tuttavia va detto che dopo la conquista, i suoi abitanti non accettarono mai un governo feudale e furono esentati da tutti i vincoli e le condizioni del feudalesimo, tranne per quanto riguarda le attività portuali. Nel 1262 tornò sotto il controllo dei Greci che avevano già conquistato anche Mistra e intendevano riconquistare tutta la Morea.

La cittadina divenne un fiorente centro di pirateria, all’inizio del XIV secolo i corsari di Monemvasia tolsero il controllo ai Catalani dell’isola di Salamina e obbligarono gli abitanti a pagare loro un tributo. Dal 1293 in avanti il potere ecclesiastico e finanziario di Monemvasia crebbe sempre di più fino a diventare la capitale commerciale della Morea bizantina. L’imperatore bizantino Andronico III concesse ai suoi abitanti il diritto di libero commercio con gran parte dell’impero e l’esenzione dalle tasse e dal lavoro forzato. Proprio in quest'epoca di grande prosperità per la città iniziò l’esportazione di vino Malvasia che raggiunse ogni parte d’Europa. Monemvasia godette in quel preciso momento storico di una quasi totale indipendenza politica, aveva le sue leggi, le sue istituzioni in totale autonomia dall’autorità bizantina, centralizzata e burocratizzata.

Qui vicino a questa viuzza ho preso un buonissimo caffè che mi ha ricordato tantissimo il frappuccino di Starbucks. Probabilmente il barista deve essersi un po' offeso sentendo il mio paragone tra il bicchierone inventato dagli americani ed il suo caffè greco che avevo in mano e mi ha spiegato che in realtà quella tipologia di caffè in Grecia esiste da sempre, è una bevanda tipica, specialmente per gli automobilisti! Tanto che scherzando alla fine in italiano mi ha anche detto <<Questo patente>> come per dire se non hai questo bicchiere di caffè con te in Grecia non puoi metterti alla guida.

Non è difficile da replicare, ha shakerato del latte con un pò di zucchero e ghiaccio creando una schiuma tipo milkshake e ha poi aggiunto il caffè espresso, infine ha versato tutto in un bicchiere molto grande simile a quello del frappuccino. Tre ingredienti e sicuramente meno calorico rispetto alla versione americana.

Gli abitanti iniziarono ad arricchirsi grazie ai guadagni derivanti dall’attività marinara e commerciale, esportando olio di oliva e considerevoli quantità di Malvasia, il pregiato vino sul quale mantennero a lungo il monopolio per la produzione e la vendita. L’importanza di Monemvasia per l’economia della repubblica veneziana fu addirittura attestata da documenti ufficiali e atti senatoriali, proprio per il suo ruolo nell’esportazione dei vini Malvasia. I Veneziani importavano la Malvasia a ottime condizioni, la privilegiavano rispetto a vini di qualità inferiore provenienti da Creta, in quanto intermediari e rivenditori sui mercati finali, ne rincaravano il prezzo aggiungendo le tasse di esportazione. Si può dunque affermare che il vino fu l’elemento chiave attorno al quale ruotava il comportamento politico dei Veneziani nei confronti della località più ricca della Morea bizantina. Nel XIV secolo era ritenuta la più florida "metropoli" dell’impero, benché il numero dei suoi abitanti raggiunse qualche migliaio di persone. Avvalendosi di parecchie agevolazioni fiscali e amministrative, alcune famiglie iniziarono a distinguersi per la loro agiatezza, come i Mamonas, gli Eudaimonoiannes e i Sofianoi.

Per capire il prestigio di questa cittadina a livello internazionale occorre a questo punto dire che Monemvasia fu per qualche anno la residenza della famiglia imperiale di Costantinopoli, che mai si mosse dalla capitale, se non per trasferirsi nella “città sulla roccia".

Elena Dragaš fu l’ultima imperatrice bizantina, nacque nel 1372 a Costantinopoli e sposò l’imperatore bizantino Manuele II. Vissero per sessant’anni a Costantinopoli e si allontanarono solo per un breve periodo di tre anni, quando insieme ai loro cinque figli si trasferirono a Monemvasia. In realtà l’imperatore abbandonò moglie e figli nella cittadina e partì per una spedizione che durò fino al loro ritorno nella capitale, e purtroppo per l’imperatrice quelli non furono anni felici.

Quando i reali sbarcarono, Monemvasia era l’unico centro del Peloponneso ancora nelle mani dei Bizantini. Purtroppo tre figli vennero a mancare proprio durante il soggiorno lontano dalla capitale e vennero sepolti in una delle chiese del posto. La nuova dimora dell’imperatrice Elena non fu selezionata a caso, questa città fortificata era l’unica in grado di contrastare i nemici tanto da essere definita “l’inespugnabile fortezza dell’ellenismo medievale” oppure la “Gibilterra della Grecia”. La “città sulla roccia” non fu mai considerata colta quanto Mistra, però fu comunque ritenuta un notevole centro della cultura greca.

L’imperatrice fu anche definita la Penelope bizantina, ma questo paragone è abbastanza discutibile! Elena attese per tre anni il ritorno dell’imperatore suo marito a Monemvasia, il giorno in cui partorì uno dei suoi figli, l’imperatore Manuele era lontano, all'inizio del 1400 era a Parigi e prima ancora fece visita ad alcune città italiane: Venezia, Padova, Vicenza, Pavia e Milano, in seguito giunse in Inghilterra. L’imperatrice non poteva presumere che l’assenza di Manuele si sarebbe prolungata così tanto. L’imperatore non inviò mai nessuna lettera e si racconta che non desiderasse tornare presto, durante il soggiorno a Monemvasia fu evidente l’assenza di sentimenti dell’imperatore nei confronti della moglie.

Nell’aprile 1403 Elena ricevette finalmente la notizia che suo marito era salpato dal porto di Venezia e che le sue navi veleggiavano verso Modone, l’imperatrice decise allora di guadagnare tempo recandosi con i figli nel luogo dove era previsto lo sbarco della nave imperiale ed il triste periodo di attesa finì.

Se l’allontanamento della famiglia imperiale dalla capitale fu visto con sospetto, il ritorno fu inspiegabile. Il 9 giugno 1403 la famiglia imperiale ricomparve nel porto di Costantinopoli, dove rimasero per tutto il resto della loro vita. L’imperatrice Elena morì tre anni prima che la capitale cadesse definitivamente, non vide mai la fine della sua città. Nel 1453 ci fu infatti la caduta dell’Impero Romano d’Oriente in seguito all’assedio di Costantinopoli dei Turchi ottomani e secondo alcuni storici questa vicenda segnò la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna.

A partire dal quindicesimo secolo il centro abitato cominciò a spopolarsi, gli abitanti iniziarono a preferire la vita sulla terraferma e pian piano si sviluppò un nuovo insediamento fuori dalle mura medievali, dove per secoli si svolsero le principali attività della città.

Tra le potenti famiglie di questa città spicca quella dei Mamonas, considerati proprio nel quindicesimo secolo i Signori di Monemvasia. Paul Mamonas tentò più volte di rendere questa roccaforte completamente autonoma ma Teodoro I, ricordato anche come il Despota della Morea, lo espulse dalla città.

Nel 1687 tutto il territorio del Peloponneso era sotto il controllo dei Veneziani tranne Monemvasia, nelle mani dei Turchi. All’inizio di settembre la flotta veneziana fece la sua comparsa nella speranza di poterla conquistare, viste anche le numerose vittorie precedenti in tutto il Peloponneso. Dopo lunghi bombardamenti il generale della flotta veneziana e doge Morosini decise di gettare la spugna e dirigersi verso Corinto. Ma dopo due anni, nel 1689, i Veneziani tornarono per consolidare il loro potere sulla Morea. La flotta veneziana sempre capitanata da Morosini bloccò l’isola dal mare e da terra. Anche il Papa Alessandro VIII, esso stesso veneziano, inviò delle galee a sostegno della flotta. L’assedio durò dodici mesi e alla fine i Turchi si arresero, nell’agosto nel 1690. Milleduecento Turchi, di cui trecento soldati, lasciarono Monemvasia, ora la conquista della Morea da parte dei Veneziani era finita.

Nel 1821, i greci iniziarono la loro guerra di indipendenza e assediarono Monemvasia, gli abitanti capitolarono dopo quattro mesi stremati dalla fame perché i greci del posto, che erano già a conoscenza del fatto che la rivoluzione stesse arrivando, persuasero i turchi a svuotare i granai e a procedere con una distribuzione generale a tutta la popolazione. Quando le provviste finirono la città si arrese e fu così che Monemvasia divenne definitivamente greca.

Ho visitato questo paesino durante un viaggio on the road nel Peloponneso, ma nessuno dei posti che ho attraversato in quella regione assomiglia a Monemvasia, questo borgo è totalmente diverso da tutte le altre località della regione e riesce davvero a riflettere la sua storia, i popoli che l'hanno abitato e le sue numerose dominazioni e se dovessi tornarci sceglierei di alloggiare nel centro storico per godermi pienamente la sua suggestiva e calma atmosfera.

E anche per sedermi di nuovo su quelle sedie affacciate verso il mare a sorseggiare un caffè greco.


Fonti:

- Kalligas (2013) Monemvasia: A Byzantine City State. Routledge

- Andrews (2006) Kevin Castles of the Morea. Amer School of Classical

- Djuric (2009) Il crepuscolo di Bisanzio. Donzelli

- Petanovic (2006) Elena. L'ultima imperatrice bizantina. Jaca Book

Comments


bottom of page