top of page

Lanterne, canali, residenze coloniali e antiche congregazioni

Prima di partire per il Vietnam mi è capitato di leggere un commento riferito alla città di Hoi An scritto da Elizabeth Gilbert, l'autrice di Mangia Prega Ama.


"Il monumento più celebre della città è il robusto ponte di legno che attraversa un piccolo canale che collega le due maggiori strade del quartiere vecchio. Un paio di decenni fa nessun gruppo di turisti gironzolava in questa cittadina. Infatti i pochi viaggiatori che hanno conosciuto questo posto in passato ora lo trovano diverso. Allora c’era un solo un albergo, l’Hoi An Hotel, che era più una pensione. Tutto cambiò quando Lonely Planet inserì Hoi An nella sua guida del 1991 che si chiamava Vietnam, Laos & Cambogia, immediatamente i backpackers in giro nel sud est asiatico rivolsero la loro attenzione verso questo luogo. Nel 1999 l’Unesco dichiarò la Città Vecchia Patrimonio dell’Umanità. Sorsero lussuosi resort appena fuori dalla città, lungo la costa e ristoranti occidental-vietnamiti. Grazie all’Unesco Hoi An non è più la cittadina diroccata che è stata in passato e ne ha beneficiato anche l’economia locale. Hoi An ha un modo gentile di assalire i sensi del visitatore: la musica classica si diffonde per il centro città tramite gli altoparlanti affissi sui pali del telefono mentre il dolce odore di incenso arriva alle ghiandole olfattive. Per le strade si notano un numero assurdo di negozi di abbigliamento su misura, ovunque striscioni con slogan pro-comunisti, ecco una delle più antiche città dell’Asia. E’ un posto che si sforza così tanto di essere autentico che è diventato ampiamente non autentico. Come una sorta di parco a tema."


Dopo aver letto questo ho considerato l'idea di non includere Hoi An nel mio itinerario di viaggio in Vietnam, poi per fortuna ho cambiato idea.

Hoi An, l'antica Faifo, accoglie tanti visitatori perché è uno scrigno di ricchezze e di storia. Questa città non ha subito i bombardamenti e i danni della guerra. Mentre altri importanti centri urbani sono stati rasi al suolo o sono stati duramente colpiti, la cittadina è uscita incolume dalla guerra del Vietnam grazie ad un accordo tra le due fazioni. La Città Vecchia è Patrimonio dell’Unesco, non si tratta di un singolo monumento o di un tempio, ma di un intero centro storico ad essere tutelato, migliaia di edifici mantengono le stesse sembianze che avevano secoli fa quando Faifo fu uno dei porti commerciali più importanti e più affollati del sud-est asiatico, dal Sedicesimo al Diciottesimo secolo.

Affollata lo è anche oggi. Durante le ore più calde le persone del posto preferiscono stare al fresco in casa mentre i turisti sono al mare o nei resort, lontani dal centro storico. Poi nel tardo pomeriggio tutto cambia, l'atmosfera diventa più vivace, le lanterne risplendono, le vie dove ogni giorno si tiene il night market si popolano di bancarelle che vendono cibo di strada a prezzi economici, un po' ovunque si vedono delle minuscole sedie di plastica e piccoli tavoli dove sia i visitatori che i locali cenano serenamente.


Hoi An nacque come una città straniera in territorio vietnamita. Il sovrano della Cocincina (il Vietnam meridionale) assegnò dei territori ai mercanti cinesi e giapponesi, da poter utilizzare per costruire una cittadina e poter beneficiare dei commerci. Fu chiamata Faifo, divenne abbastanza grande da poter essere suddivisa in due parti, la parte cinese e quella giapponese, distinte l’una dall’altra. Ciascuna con un suo governatore, il distretto cinese viveva secondo le leggi cinesi e quello giapponese secondo quelle giapponesi. I cinesi che si stabilirono a Faifo si raggrupparono tra loro a seconda della loro provincia di origine e ogni comunità formò una congregazione e costruì la propria sala riunioni, utilizzata per celebrazioni, incontri e feste. Infatti oltre a templi, pagode ed antiche residenze si possono visitare la sala riunioni della congregazione cinese del Fujian, quella della congregazione di Canton, di Hainan, di Chaozhou e quella generale di tutta la comunità cinese.

Le abitazioni tradizionali del quartiere vecchio, le antiche residenze dei mercanti, sono a due piani e con il caratteristico tetto spiovente, sono state tutte tinteggiate di un giallo caldo. Sul lungofiume ospitano soprattutto ristoranti e negozi di souvenir, ma spingendosi nel cuore del centro storico, parecchie sono ancora abitate dalle persone del luogo, ce ne sono alcune con la facciata ed il balcone interamente in legno.


La città è famosa oggi quanto lo è stata in passato. Nel Seicento fu uno dei principali porti asiatici ed era frequentata da commercianti giapponesi, cinesi, thailandesi, indiani, indonesiani ma anche portoghesi, francesi, olandesi, spagnoli e britannici. I mercanti commerciavano oggetti preziosi come porcellane, seta e madreperla, ma anche spezie come il pepe. Inizialmente soggiornavano a Faifo per qualche mese, alcuni possedevano una loro proprietà, altri affittarono degli spazi nelle abitazioni sul lungofiume che con il tempo divennero dei veri e propri depositi colmi di ricchezze. Alcuni iniziarono anche a lasciare agenti a tempo pieno, incaricandoli di occuparsi dei loro affari fuori stagione e fu così che Faifo iniziò ad essere popolata tutto l'anno.


Tuttavia nell'antica Faifo, ed in generale nel Vietnam meridionale, non tutti i mercanti furono ben accolti. Le motivazioni sono da ricercare nel fatto che esistevano già in quel tempo delle alleanze commerciali tra le nazioni, inoltre il territorio vietnamita era frammentato dal punto di vista politico. I principali regni erano il Tonchino, a nord, dove ora si trova la capitale Hanoi e la Cocincina che si estendeva nel centro e nel sud, dove ora si trova Ho Chi Minh City, territorio ricco di miniere d'oro e altri metalli. I sovrani della Cocincina furono grandi alleati dei mercanti portoghesi, oltre che dei cinesi e dei giapponesi, mentre quelli del Tonchino degli inglesi e degli olandesi.

Quando il re della Cocincina decise di dare la possibilità di commerciare liberamente ai mercanti provenienti da tutto il mondo, gli olandesi decisero di testare se questo fosse vero. Appresa la decisione del sovrano, il capitano portoghese Ferdinand De Costa partì subito da Macao in qualità di ambasciatore, si recò dal re vietnamita per chiedere di proibire i commerci con il sud del Paese agli olandesi, facendo notare che gli olandesi "sono nemici mortali del Portogallo". De Costa fu ascoltato e gli fu assicurato che avrebbe ottenuto ciò che lui desiderava. Di lì a poco accadde che una nave olandese attraccò, non si sa di preciso in quale porto, probabilmente Faifo, portando ricchi doni al re. Il sovrano della Cocincina lì accettò gentilmente e garantì a questi commercianti olandesi, arrivati dal Tonchino, la libertà di fare affari nel suo regno. Il capitano De Costa dopo aver saputo ciò tornò dal re e si lamentò che sua maestà non aveva mantenuto la parola data. Il sovrano e la sua corte furono compiaciuti della dedizione del capitano portoghese e gli dissero di avere pazienza ed aspettare un certo evento, a questo punto non ebbe più motivo di lamentarsi e si congedò. Nel mentre il re ordinò agli olandesi di andare verso la riva e far sbarcare tutti i loro beni. Ma non appena essi iniziarono a navigare lungo il fiume con delle piccole imbarcazioni furono attaccati e quasi tutte le piroghe vennero distrutte. Il sovrano ordinò la distruzione del vascello olandese e la requisizione di tutti i beni in esso contenuti. Il re rimase il possessore delle loro merci e dichiarò di sapere bene che gli olandesi fossero noti pirati che infestavano i mari, quindi questa punizione fu secondo lui severa ma giusta, inoltre proclamò il divieto agli olandesi di soggiornare nei suoi territori. Fu effettivamente comprovato che alcuni olandesi derubarono dei vascelli in Cocincina e per questo il re aveva voluto vendicarsi, dichiarando i portoghesi come veri e sinceri amici. In più avvertì la sua corte del fatto che gli olandesi avrebbero potuto appropriarsi di parti del suo territorio, poiché così era già accaduto in India. Il sovrano vietnamita fece intendere di non aver aver paura di nessuna nazione dando la possibilità di commerciare liberamente, al contrario della Cina che a suo parere temeva tutti e vietò il commercio agli stranieri nel suo regno. Il sovrano della Cocincina mostrò sempre di essere un grande amico dei portoghesi che commerciavano abitualmente nel suo regno e più volte offrì loro dei territori dove avrebbero potuto costruire una città con tutte le comodità delle quali avevano bisogno, come fecero i cinesi e i giapponesi.

In realtà il primo terribile incontro tra gli olandesi e i cocincinesi avvenne nel 1601 quando l'Olanda fece salpare due navi verso la Cina, la Harlem e la Leyde, le navi si fermarono da qualche parte lungo le coste del sud del Vietnam. Secondo i registri della Compagnia delle Indie Orientali Olandese: "E' difficile descrivere una peggior accoglienza di quella, durante la quale ventitré persone vennero massacrate, Gapsar Gorensbergen, comandante della piccola flotta venne fatto prigioniero per qualche tempo". Quando fu liberato continuò la sua rotta lungo le coste vietnamite proseguendo verso il nord, e passò per Faifo, che a quei tempi attraeva un gran numero di mercanti e si trovava nei pressi della residenza del figlio del sovrano. Gli olandesi non ebbero mai successo nello stabilire relazioni con la Cocincina, commerciavano soprattutto con il Tonchino mentre il sud continuò la sua alleanza con i portoghesi.


Gli olandesi erano allora alleati dei mercanti inglesi, ed essi come gli olandesi, ebbero uno spiacevole incontro. Un evento molto simile a quello già accaduto agli olandesi ebbe luogo anche con una nave inglese. Secondo i registri della Compagnia delle Indie Orientali Inglese, nel 1613, una nave inglese arrivò a Faifo, il sovrano ricevette cordialmente Walter Carwarden, uno dei mercanti che erano a bordo, dal quale accettò dei regali. Ma quando l'equipaggio iniziò a scaricare il carico dalla nave, lui e tutti i suoi compagni vennero uccisi. Gli olandesi disserò di quanto accaduto agli inglesi: "I mercanti inglesi hanno imparato a loro spese cosa significa rivolgersi al re, Chua Nguyen, con insolenza". Furono messi a morte e tutto il carico di merci finì nelle mani del sovrano.


Attorno alla metà del Diciassettesimo secolo gli olandesi ritentarono la fortuna nel Vietnam del sud. L'olandese Hendrik Baron, un residente a lungo termine di Tonchino e con una conoscenza fluente delle lingua venne posto come la persona temporaneamente in carica per i commerci ad Hanoi per conto dell'Olanda nel 1650. Baron decise di fondare e di porsi a capo della Casa Olandese di Faifo, il porto più importante della Cocincina. Ma questo fu un esperimento dall’epilogo drammatico, dato che gli olandesi erano alleati del Tonchino, c’era diffidenza e sospetto tra gli olandesi e i sovrani del sud. Non fu una sorpresa che, nel giro di pochi mesi, Baron e altri quattro olandesi di Faifo vennero confinati in una prigione e poco dopo vennero espulsi dalla Cocincina. All’inizio del 1652, secondo i registri olandesi, Baron era a bordo della Batavia, un celebre vascello olandese, e stava facendo ritorno nel Vietnam settentrionale dove continuò ad occuparsi dei commerci con Tonchino fino alla sua morte nel 1664.

Al tramonto l'atmosfera è magica, i colori del paesaggio e degli edifici sembrano accentuarsi e si rispecchiano nel fiume, le piccole imbarcazioni per i turisti che in giornata non hanno il permesso di circolare, iniziano a scivolare su e giù. Delle signore locali appostate lungo la riva cercano di attirare i visitatori e convincerli a godersi un giro in piroga sul fiume Thu Bon.

Il Ponte Giapponese, simbolo di Hoi An, è sempre gremito di gente, la sua particolarità è che c'è un tempio al suo interno.


Fu durante il regno di Gia Long, il primo sovrano della dinastia Nguyen, che in Vietnam ci fu un forte incremento di traffici commerciali con l’estero. I primi commercianti europei ad arrivare in Vietnam furono proprio i portoghesi nel 1516. Più tardi nel 1535 dei Missionari Domenicani giunsero qui con lo scopo di convertire la popolazione al Cristianesimo e si stabilirono a Faifo, la città cosmopolita, vennero accolti e fondarono delle chiese. Quando questo avvenne, Faifo aveva già una significativa presenza di cinesi e giapponesi tra la sua popolazione, ma questi ultimi rimasero solo fino al 1637.

I giapponesi ben presto iniziarono ad avere problemi non solo con il Cristianesimo ma con tutto ciò che non rientrasse nelle loro cultura, proprio nel 1637 il governo giapponese proibì ai suoi cittadini di avere contatti con il mondo esterno e molti giapponesi lasciarono Faifo. Se vi è capitato di vedere il film Silence di Martin Scorsese, si riferisce proprio al periodo storico durante il quale i giapponesi si chiusero al contatto con l'esterno.

Di giapponese ad Hoi An è rimasto ben poco, forse proprio perché furono obbligati ad andarsene per sempre all'inizio del 1600. Probabilmente i loro edifici vennero poi occupati da altri mercanti e dalla popolazione locale. Resta comunque il ponte giapponese, oggi emblema della città.

Questo è l'ingresso del Ponte Giapponese, praticamente impossibile riuscire a fare delle foto all'interno!

Oggi come allora il centro storico di Hoi An è vivace e multiculturale grazie al turismo. Prevalgono i visitatori cinesi, probabilmente incuriositi da ciò che i loro antenati realizzarono.


Il commercio e l’artigianato furono i due principali mezzi di sostentamento dei residenti cinesi a Faifo. Gli artigiani cinesi acquistavano soprattutto utensili di ottone, portati dai vascelli europei. La stagione commerciale durava sette mesi, all’inizio della quale le popolazioni locali portavano a Faifo seta grezza e lavorata, vari tipi di legno, spezie e riso da vendere. I vascelli dalla Cina arrivavano carichi di porcellane, carta, tè, argento, zolfo e piombo. Secondo alcune fonti storiche, l’oro estratto nel Vietnam meridionale veniva soprattutto esportato e i mercanti cinesi di Hoi An lo acquistavano per l’esportazione. Nel corso degli anni, l’oro fu interamente riservato all’esportazione e i cinesi ottennero il monopolio tra tutti mercanti della città. I commercianti cinesi di Faifo nel 1714 fondarono l'Associazione per il Commercio Marittimo che fu probabilmente la prima istituzione istituita da immigrati cinesi, nel 1768 erano quasi 6000 i cinesi in città e la maggior parte di loro era impegnata nei commerci.

A Faifo visse anche un italiano, il missionario Cristoforo Borri, che risiedette qui tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600. Non fu solamente un missionario gesuita, ma anche un importante astronomo, matematico ed esploratore. Borri fu uno dei primi grandi sostenitori della teoria copernicana. Durante i suoi anni ad Hoi An scrisse un piccolo opuscolo per i suoi colleghi gesuiti cinesi nel quale li invitava ad abbandonare la teoria tolemaica, tra l’altro in forte contrasto con l’astronomia tradizionale cinese. Questo missionario esploratore sbarcò a Tourane, l’attuale Da Nang, nel 1617 e rimase a Faifo per qualche tempo per studiare astronomia, osservò il passaggio di una cometa e predisse delle eclissi. Quando rientrò in Italia proprio per le sue idee scientifiche venne rifiutato dal suo ordine.

Le bancarelle di lanterne di Hoi An sono incantevoli e attirano l'attenzione di tutti i passanti. Le venditrici del night market le posizionano una sopra all'altra per creare una sorta di parete di lanterne colorate. I prezzi non sono alti nonostante siano realizzate in seta e, alcune, dipinte a mano.

Hoi An di sera si gode la calda atmosfera delle sue lanterne di seta. Non c'è strada che dopo il tramonto non sia ornata dalle lanterne, l'illuminazione pubblica viene spenta quindi l'intero quartiere storico di notte diventa il più colorato e suggestivo dell'intera nazione. Ci sono tuttavia molte stradine completamente al buio e non ci sono protezioni vicino ai corsi d'acqua.

Tutto splende grazie alle lanterne: negozi, ristoranti, bar, botteghe artigiane, luoghi di culto, ma soprattutto le coloratissime piroghe sul fiume Thu Bon!

Il lungofiume è particolarmente affascinante ed è invaso dalle bancarelle che vendono zuppe, scodelle di noodles e pesce alla griglia. Ad Hoi An c'è anche la possibilità di mangiare dello street food all'interno di un mercato coperto, il Vy's Market, un ampio spazio dove le tradizionali specialità del posto vengono preparate da cuochi professionisti a prezzi accessibili e nel rispetto delle norme igieniche.


I mercanti cinesi che si stanziarono a Faifo nel corso del 1700 introdussero dei piatti nella comunità locale, rendendo delle specialità come i ravioli di riso e i noodles, degli alimenti base anche in questa regione del Vietnam. I tre piatti rappresentativi di Hoi An sono i ravioli white rose, i won ton ed il cao lau. Per queste ricette si utilizza la pasta piccante di peperoncino, qui la si usa molto di più rispetto ad altre zone del Vietnam. I ravioli di riso white rose vengono cotti al vapore e sono ripieni di maiale e gamberi. Sono simili ai cinesi dim sum, sono serviti con la salsa di pesce, il condimento vietnamita per eccellenza (simile alla nostra colatura di alici ma molto più delicata), o salsa di calamari. I won ton sono leggeri e morbidi, sono accompagnati da una salsa agrodolce. Il cao lau, noodles con striscioline di maiale, germogli ed erbette, è forse il più speciale dei piatti, perché l’acqua pura di Hoi An rende possibile preparare un'ottima qualità di noodles. Il maiale viene marinato e cotto a fuoco lento durante un intenso processo di sei ore. Ogni specialità costa mediamente da 1 a 1.50 $.

E' addentrandosi nella Città Vecchia che si inizia a percepire Hoi An in modo diverso, non più come parco a tema o località turistica affollata, semmai l'aveste percepita così, ma per la sua reale bellezza e per la sua storia. Visitando i vari luoghi più celebri del quartiere storico dell'antica Faifo mi sono accorta di non riuscire bene a distinguere i templi e le pagode dalle sale di congregazione, poiché lo schema è più o meno sempre lo stesso: facciata di ingresso, cortile, sala di preghiera. Gli interni sono tutti estremamente colorati e variopinti, i cortili sono molto curati con fiori, piante in vaso ornamentali e di agrumi, bonsai, fontane con pesci rossi e tartarughe e sculture raffiguranti dragoni, serpenti e carpe.

L'ingresso di un tempio visto dalla strada, anch'esso dipinto di giallo come gli edifici sul lungofiume, in alto uno striscione che augura buon anno, da poco era infatti stato celebrato il capodanno cinese. Tutti i templi e le pagode sono composti da una facciata come questa, che funge da porta di ingresso, rivolta verso la strada. L'entrata non è appariscente, non è sicuramente rappresentativa delle bellezze che si trovano all'interno. Varcando la soglia ci si sposta nel cortile della pagoda, un vero e proprio giardino, e infine si giunge nelle sale più sacre, dove si prega.

Non è invece per niente modesta la facciata della Congregazione del Fujian, per quanto grande non la si può osservare dall'esterno, si trova nel cortile interiore, occorre oltrepassare il cancello per ammirarla, è uno dei luoghi più fotografati di Hoi An.

A volte, nei templi più grandi, si incontrano delle sale intermedie. C'è quindi il cancello esterno, un cortile, delle sale, poi ancora un cortile, poi la zona più sacra, probabilmente il fatto di addentrarsi sempre di più all'interno del tempio ha un significato simbolico. L'incenso è sempre presente all'esterno ma soprattutto negli ambienti dedicati alla preghiera, così come la frutta e i dolci davanti agli altarini.

Una delle numerose sale di congregazione, utilizzate dai mercanti per riunirsi e discutere dei loro affari commerciali, alcune sono adoperate ancora oggi. Questi edifici non sono mai totalmente al chiuso, c'è un susseguirsi di sale e cortili. Sul soffitto ci sono delle spirali rosse con appesi dei cartoncini con su scritte delle preghiere, ci sono tante piante in vaso, bonsai, grandi tavoli ed arazzi alle pareti.

Quando si entra nei saloni più importanti delle congregazioni e dei templi c'è sempre un gradino rialzato da oltrepassare, lo si può notare talvolta anche nelle case, questo gradino evita l'ingresso agli spiriti maligni che non si possono staccare dal terreno.

Le sale più importanti sono quelle dedicate alla preghiera, che non sono sempre luoghi di culto buddisti con statue del Buddha, ma in molti casi sono consacrate ad eroi e divinità.

Nelle strade che corrono parallele al lungofiume c'è tutto un susseguirsi di negozi di abbigliamento ed artigianato locale, ma anche antiche residenze e magazzini dismessi che sono stati convertiti in gallerie d'arte.


Lo spirito commerciale della città lo si ritrova anche oggi. Ci sono oggi così tante botteghe, artigianali e non, che le autorità hanno imposto dei divieti sulle nuove aperture. Le gallerie d’arte e i negozi di antiquariato abbondano, ma i negozi di seta e di abiti su misura sono la principale attrazione. I sarti di Hoi An sono i migliori del Paese, per 200 dollari è possibile andarsene con un completo di ispirazione Armani cucito su misura, camicia di seta, scarpe di pelle realizzate a mano e una borsa personalizzata. Si può anche ordinare un ao dai, l’abito composto da tunica e pantalone indossato così elegantemente dalle donne vietnamite.

Il ponte Cam Nam che sfiora il fiume Thu Bon unisce le due sponde, da un lato la Città Vecchia e dall'altro la zona turistica con ristoranti, caffetterie, ecc. Il livello dell'acqua è alto, infatti le piroghe non possono oltrepassarlo.

La provincia di Quang Nam è spesso colpita da disastri naturali come alluvioni, inondazioni, erosione della costa e degli argini dei fiumi. La stagione delle alluvioni nella provincia inizia ad ottobre e termina a dicembre. In passato ci furono molte alluvioni intense negli anni 1990, 1996, 1998, 1999, 2004, 2007 e 2009. Causarono danni alle proprietà e centinaia di perdite umane. Il monsone che si abbatte ogni anno sulla città di Hoi An porta molta pioggia in tutta l’area. Le alluvioni sono frequenti durante questo periodo dell’anno con forte pioggia specialmente nel mese di ottobre. Recentemente a causa del cambiamento climatico si verificano nell’area delle vere e proprie inondazioni. Dalle ultime ricerche effettuate risulta purtroppo evidente che gli abitanti di Hoi An dovranno affrontare questo tipo di problematiche ogni anno.


Nel novembre del 2007 ci fu una grande inondazione, il livello dell’acqua salì velocemente durante la notte, causò gravi inconvenienti non solo agli abitanti ma anche al sistema dei trasporti, inoltre molti villaggi rimasero isolati. Nel 2009 a causa del forte vento il livello dell’acqua si innalzò velocemente e circa 6000 persone furono evacuate e 1500 abitazioni furono sommerse. Le autorità locali si stanno impegnando nello studio di misure preventive e di controllo per poter essere in grado di fronteggiare le future difficoltà sin dalla fase iniziale.

Hoi An è la cittadina più suggestiva e pittoresca dell’intero Vietnam, il suo passato di importante centro portuale ha lasciato un prestigioso patrimonio architettonico, grazie all’incantevole posizione sul fiume non vi è quasi traccia del traffico e dell’inquinamento tipici delle città contemporanee. Oggi Hoi An è di nuovo un crogiolo cosmopolita, una delle città più ricche del Paese, una mecca gastronomica e uno dei centri turistici del Vietnam. Questo ritorno di fortuna ha preservato il volto della Città Vecchia ed il suo magnifico patrimonio di antiche case di mercanti cinesi e giapponesi, templi e antichi magazzini del tè e delle spezie, anche se le risaie sono state gradualmente sostituite dalle attività legate al turismo.


Fonti:

- Corfield (2008) The History of Vietnam. Greenwood

- Dror, Taylor (2006) Views of Seventeenth-Century Vietnam: Christoforo Borri on Cochinchina & Samuel Baron on Tonkin. Cornell University Southeast Asia

- Pinkerton (1811) A General Collection of the Best and Most Interesting Voyages and Travels in All Parts of the World. HardPress

- Stewart, Atkinson (2016) Vietnam. EDT, Lonely Planet

- Trinh (2017) Flood-related health risk assessment: a case study in How An City, Quang Nam province, Vietnam. Universitat Kassel

- Fay (2004) To Asia With Love: A Connoisseurs’ Guide To Cambodia, Laos, Thailand & Vietnam. Thingsasian Pr

- (2015) Make The Most Of Your Time On Earth 3. Rough Guides

- Khanh (1993) The Ethnic Chinese and Economic Development in Vietnam. Institute of Southeast Asian Studies

- Gilbert, Wilson (2013) The Best American Travel Writing. Houghton Mifflin Harcourt

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page